DATA CONVENZIONALE | 22 Settembre

DATA REALE | quando il Sole si trova allo zenit dell’equatore, le ore di luce e di buio si equivalgono. La data non è fissa, oscilla tra il 22 ed il 23 Settembre

FESTA SOLARE

 

NOMI DELLA FESTA |

Alban Elfed significa “Luce dell’Acqua“ o “Luce dell’autunno”, e sta ad indicare quando il Sole discende oltre il mare e gli oceani.

Mabon. Questo nome proviene dal dio gallese Mabon, figlio della Dea Modron. Mabon significa infatti letteralmente ‘figlio della Madre’ e appare nei miti gallesi dei Mabinogion. La figura sua e di Modron sono probabilmente rimaneggiamenti in epoca medievale di una coppia di Dei madre e figlio (come se ne trovano molte in tutte le culture, compresa quella cristiana con Gesù e Maria). Modron è la Dea madre, nella Gallia romana anche chiamata Matrona. Mabon ha anche nome di Maponos nella Britannia romanizzata. Trovi le informazioni su entrambi gli Dei scorrendo verso il basso.

I Druidi chiamano questa celebrazione Mea’n Fo’mhair e onorano l’Uomo Verde, il Dio della Foresta, offrendo libagioni agli alberi.

Equinozio d’autunno. Questo è il punto dell’anno in cui ancora una volta giorno e notte sono uguali, 12 ore di entrambi. La parola latina per equinozio significa “tempo di giorni e notti uguali”. Dopo questa celebrazione la discesa verso l’inverno porta ore di crescente oscurità e temperature più fredde.

COSA RAPPRESENTA | L’equinozio d’autunno è un momento in cui, per un breve attimo, abbiamo equilibrio. L’equilibrio tra la luce nel mondo e l’oscurità, quando ci troviamo ugualmente all’interno dell’oscurità e della luce. Questo è il periodo dell’anno in cui la notte vince sul giorno. Dopo l’equinozio d’autunno le giornate si accorciano e le notti si allungano. Per gli astrologi questa è la data in cui il sole entra nel segno della Bilancia. La bilancia, riflette il giorno e la notte equilibrati nell’equinozio.

Questo era anche il momento in cui i contadini portavano i loro raccolti per essere pesati e venduti.

DIVINITA’ DELLA FESTA | La Dea di questa festa è Modron, la Dea madre. È una Dea gallese, conosciuta come la madre dell’eroe Mabon ap Modron.

Modron è presente nei miti gallesi come figura materna soprannaturale. Probabilmente deriva dalla Dea celtica Matrona, dea della Gallia romana. Allo stesso modo, il figlio di Modron, Mabon (che significa gioventù), sembra derivare dal dio della giovinezza della Bretagna romanizzata, Maponos.

L’apparizione più importante di Modron nella letteratura gallese è nel racconto di Culhwch e Olwen. Il testo afferma che Mabon è stato rubato a lei da forze sconosciute quando aveva solo tre giorni e da allora nessuno lo aveva più visto. Recuperare Mabon dai suoi misteriosi rapitori è una delle varie sfide affrontate da Re Artù e dai suoi uomini nella storia. Gli uomini di Artù individuano Mabon con l’assistenza di una serie di animali saggi e antichi e lo liberano. Successivamente, egli si unisce ad Artù e assiste nella caccia al grande cinghiale Twrch Trwyth.

Nei miti si dice che il padre di Mabon e quindi il compagno di Modron, sia Afallach, una figura collegata all’isola di Avalon. Nel Cad Goddeu (la battaglia degli alberi), si dice invece che ella è legata a Euron, dove John T. Koch suggerisce che il nome potrebbe derivare da una forma più antica di Uironos, che significa “uomo divino, marito, eroe”, implicando che sia il coniuge di Modron.

Alcuni elementi della storia di Modron – in particolare che suo figlio Mabon le viene rubato durante la notte appena nato, suggeriscono una connessione con la Dea Rhiannon, presente anche lei nei miti gallesi dei Mabinogi, il cui figlio Pryderi viene anche lui rubato allo stesso modo. Probabilmente Modron e Rhiannon hanno la stessa origine.

In ogni caso il rapimento e la figura stessa di Modron e di Mabon sono collegati al culto agrario della morte e della rinascita, proprio come il culto di Demetra e Persefone. Nel tempo dei Misteri Eleusini in Gracia, che si svolgevano proprio durante l’equinozio d’autunno, si esplorava il significato della discesa di Persefone nell’Ade e del dolore di Demetra (anche Demetra proviene da De Meter, ovvero Dea Madre). Dopo aver sacrificato la propria vita alla Madre Terra, il Dio Mabon o la Dea Persefone, si trovano all’entrata nell’Altromondo (o dell’Ade), diventando il simbolo del passaggio dalla vita alla morte. Il Dio rimane quindi nel grembo della Dea, così come Persefone rimane nell’Ade, come promessa di vita che rinascerà la stagione successiva. Mabon viene, infatti, ritrovato a primavera e Persefone ritorna dall’Ade a primavera.

Se vuoi scoprire tutto sul Rhiannon e sulle Dee celtiche puoi andare QUI, dove ti racconto di Rhiannon con passi tratti dal mio libro LE DEE IN CERCHIO.

CORRISPONDENZE

L’energia della festa: siamo di nuovo sulla cuspide della transizione e da ora l’anno comincia a calare e da questo momento l’oscurità comincia a sconfiggere la luce. Il ciclo del mondo naturale si sta avviando verso il completamento, il potere del Sole sta calando e d’ora in poi le notti si allungano e le giornate si accorciano e si fanno più fresche. La linfa degli alberi ritorna alle loro radici nel profondo della terra. Stiamo tornando al buio da dove siamo venuti.

Ma prima, Mabon, in quanto periodo intermedio tra Lughnasadh e Samhain (il trimestre del raccolto) è anch’esso tempo di raccolto, tempo di ringraziamento e di festa. È tempo di ringraziare il Sole calante per la ricchezza del raccolto che ci è stata conferita. In termini di percorso di vita è il momento di raccogliere ciò che si è seminato, il tempo per guardare le speranze e le aspirazioni di Imbolc e riflettere su come si sono manifestate. È tempo di completare i progetti, di iniziare a sgombrare e lasciare andare ciò che non è più voluto o necessario mentre ci prepariamo alla discesa, in modo che l’inverno possa offrire un momento di riflessione e pace.

Colori: verde, rosso scuro, arancio scuro, marrone

 

L’albero della festagli ogham | L’ERICA: Nella storia l’erica era il letto del viaggiatore e anche nelle case veniva raccolta per creare giacigli. Si dice che un letto d’erica sia in grado di restituire la forza. Simboleggia la buona fortuna e porta passionalità, amore e compagnia. I suoi fiori erano pegni d’amore per le giovani coppie.

IL PIOPPO: Il pioppo è un intermediario tra i mondi e si dice che le sue foglie siano in continuo movimento perché ricevono i segreti del Sidhe (l’Altromondo celtico). Nel mito il pioppo incorona coloro che sono riusciti a portare a termine il percorso di iniziazione tra i mondi senza perdersi. Era quindi un albero legato alla morte ed alla rinascita spirituale. Portato addosso si dice porti lunga vita.

Se vuoi leggere di più sugli ogham puoi andare QUI

ATTIVITÀ

La passeggiata selvaggia. Fai una passeggiata e raccogli quanto più possibile dell’abbondanza selvaggia della natura, rispettando la necessità di lasciare abbastanza per tutti gli altri, inclusi gli spiriti della natura. Troverai susino selvatico, prugnole, cinorrodi, bacche di sambuco, more, bacche di biancospino. Il frutto è il prezioso portatore del seme, che rinascerà in primavera.

Le pulizie d’autunno. Nonostante si conoscano soprattutto le pulizie di primavera, in realtà il momento giusto per liberare spazio è proprio quello prima del letargo. Ora è il momento perfetto per completare progetti incompiuti e liberare la tua casa da cose indesiderate, per poter lasciare spazio a ciò che verrà.

Raccolta delle ultime erbe. In questo periodo si fa l’ultima raccolta delle erbe.

Bacche di Biancospino, per il cuore e i sentimenti
Carota selvatica, della quale le radici presentano spiccate virtù antinfiammatorie, disintossicanti e protettive per la pelle.
Alloro, utile per alleviare i disturbi dello stomaco e per ridurre il fastidio di tosse e catarro.
Piantaggine, rimedio naturale per il raffreddore, in caso di infiammazioni e di anemia.
Bacche di rosa canina, ricche di vitamina C.

Imparare a conoscere le piante del proprio territorio e sapere come ricavarne una medicina sacra è una pratica meravigliosa che andrebbe riscoperta.

RICETTA D’AUTUNNO

TORTA DI MELE

340 g di farina (possibilmente proveniente da grani antichi e non farina raffinata)
1 bustina di lievito dolce
un pizzico di sale
225 g di burro
½ cucchiaino di cannella
170 g di zucchero semolato (o metà dose di miele)
115 g di uva sultanina
450 g di mele da cucina, tritate finemente
3 uova
un po’ di latte nel caso l’impasto fosse troppo duro

Mescolare tutto e cuocere per 1 ora e mezza in forno a 180 gradi. Il tempo di cottura varia a seconda del forno, controllare con uno stuzzichino.

 


L’articolo sulla festa di Alban Elfed è finito, ma sotto trovi alcuni articoli correlati che possono esserti utili 🙂

 

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